Sanremo 2025: i dati parlano, ecco chi potrebbe vincere
Da Noemi a Elodie, numeri, tendenze e statistiche: chi sono gli autori e le etichette che decideranno le sorti dell'Ariston, e cosa ci dicono sul futuro della musica italiana
Il Festival di Sanremo 2025 è alle porte e, come ogni anno, l'evento promette di monopolizzare l'attenzione del Paese per un’intera settimana. Non si tratta solo di musica: Sanremo è un termometro culturale, un riflesso di come cambiano i gusti, le dinamiche sociali e il business musicale in Italia. Anche quest’anno, dietro ai fiori e agli abiti scintillanti, si nasconde un’edizione che offre spunti interessanti per capire dove sta andando la nostra musica.
Come per la scorsa edizione, il numero magico è 30: tanti sono i big in gara quest’anno. Ma una statistica salta subito all’occhio: l’87% è rappresentato da grandi etichette discografiche. Warner Music si riconferma al comando (37%), seguita da Sony (30%) e Universal (20%). Le etichette indipendenti invece, che nel 2024 coprivano il 27%, oggi si riducono a un misero 13%.
È un cambio di rotta significativo rispetto all’anno scorso, quando etichette come “Machiste Dischi” e “Bomba Dischi” avevano trovato più spazio sul palco dell’Ariston. Questa scelta, sicuramente dettata da logiche di mercato, fa discutere: premia la standardizzazione e lascia poco spazio all’innovazione, relegando a margine quella freschezza che spesso nasce da contesti più piccoli o indipendenti.
In linea con quanto detto finora, l’edizione 2025 conferma una prassi tipica degli ultimi anni: le canzoni nascono sempre più spesso dalle "sessions", incontri intensivi di scrittura dove produttori e autori collaborano per creare una canzone in tempi record, sacrificando l’identità artistica e l’eterogeneità delle canzoni. La media quest’anno è di quattro autori per brano, con un picco di otto nel caso di “La mia parola” di Shablo.
Quattro nomi spiccano su tutti, avendo contribuito al 50% dei brani in gara:
Federica Abbate (7 canzoni)
Davide Simonetta (5)
Jacopo Ettore (4)
Davide Petrella (3)
Piccola curiosità, per l’edizione 2025, Blanco e Michelangelo collaborano sempre insieme e firmano tre brani:
“La cura per me” (Giorgia),
“Se t’innamori, muori” (Noemi) con Mahmood, e
“Lentamente” (Irama), con G. Colonnelli.
Ma non mancano gli approcci più cantautoriali di Francesco Silvestre (Modà) e Dario Brunori (Brunori SAS) che hanno scritto da soli i propri brani. All’estremo opposto troviamo invece interpreti puri come Noemi e Massimo Ranieri, che si affidano totalmente ad altri per la scrittura.
Venendo ai risultati, le statistiche sono chiare. Per quanto riguarda le case discografiche, negli ultimi dieci anni, Sony Music ha dominato con quattro vittorie (dai Måneskin a Marco Mengoni), seguita da Universal con tre (tra cui Mahmood e Blanco). Warner, invece, si è dovuta accontentare di una sola vittoria con Angelina Mango nel 2024.
Un altro aspetto interessante è rivelato dagli autori più vincenti degli ultimi dieci anni. Tra le penne “più pericolose” troviamo le coppie Mahmood-Blanco e Davide Simonetta-Davide Petrella. Se la storia insegna, Noemi potrebbe essere una forte candidata alla vittoria: è prodotta da Sony e ha un brano firmato proprio da Mahmood-Blanco insieme a Michelangelo (co-autore di “Brividi”). Anche Gaia (Sony) ed Elodie (Universal) sembrano ben posizionate con i contributi di Simonetta-Petrella, mentre Francesco Gabbani, con il suo storico di piazzamenti alti, e l’aiuto di D. Simonetta, non è da sottovalutare.
Sanremo 2025 non è quindi solo una gara musicale; è uno specchio che riflette le dinamiche del mercato, le scelte degli artisti ma anche i gusti del pubblico. Il predominio delle major e il funzionamento del mercato musicale (in primis, piattaforme streaming e social network) evidenziano una direzione precisa per la musica italiana e non ci sarà dunque da stupirsi se molti dei brani sembreranno standardizzati e dimenticabili. Ma non temete, ci penserà Spotify Wrapped a ricordarci di loro a dicembre!
Chi vincerà? La statistica e i trend ci hanno portato a fare ipotesi, ma come sempre il palco dell’Ariston potrebbe riservare sorprese. Una cosa, però, è certa: per una settimana, la musica e tutto il suo contorno saranno i veri protagonisti, capaci di unire un intero Paese sotto lo stesso tetto.